L’alopecia androgenetica (o calvizie) nell’uomo e nella donna

L’alopecia androgenetica o calvizie comune nell’uomo o nella donna è la forma più conosciuta tra le alopecie non cicatriziali, scopri la patologia e le cause che possono scatenarla.

Alopecia androgenetica: l’origine del nome

Il nome “alopecia androgenetica” è il nome usato nel mondo medico e scientifico per definire la calvizie nell’uomo o nella donna, senza specificarne il genere.
La parola “androgenetica” è composta da due termini che identificano la sua natura: “androgena”, legata all’azione degli ormoni androgeni, e “genetica”, cioè di carattere ereditario.
“Calvizie comune” è il nome che questa patologia prende a causa della frequenza con cui essa si presenta.

Calvizie uomo e donna, perchè i capelli cadono?

La calvizie nell’uomo (detta anche alopecia androgenetica) è caratterizzata da una perdita di capelli inizialmente nell’area del vertice e successivamente in tutta la parte alta del cuoio capelluto, risparmiando nuca e tempie.
La forma più aggressiva della calvizie nell’uomo si presenta intorno ai 18 anni con un’importante caduta di capelli che vengono sostituiti da nuovi capelli sempre più sottili e meno pigmentati, causati dall’atrofizzazione del follicolo che con il passare del tempo non riesce più a creare capelli forti e sani.
Uno dei primi studiosi di questo fenomeno fu Hamilton, che classificò i diversi stadi della calvizie nell’uomo; successivamente Norwood completò la classificazione arrivando a contare 12 differenti livelli di calvizie.
La percentuale di uomini che viene colpita da questa patologia durante la propria vita raggiunge l’88%. In questi soggetti specifiche aree dello scalpo, escludendo le aree temporo-occipitali, possiedono follicoli sensibili agli androgeni, gli ormoni maschili.

Come funziona la calvizie nell’uomo (alopecia androgenetica)

La predisposizione alla calvizie è determinata dalla genetica.
Gli ormoni maschili prodotti dal sistema endocrino vengono portati nell’organismo dal sangue, essi sono:

  • Testosterone
  • DHT
  • DHEA
  • Androstenedione

Una volta che il testosterone (T) entra nella cellula del follicolo, incontra un enzima, denominato 5-alfa riduttasi (5aR), che trasforma il testosterone in diidrotestosterone (DHT) legandosi all’idrogeno. Nella donna, la calvizie androgenetica si manifesta intorno ai 35 anni, e l’ormone che causa la caduta dei capelli è DHEA.
Questi ormoni, reagiscono con i recettori (AR) che penetrano nel nucleo interferendo con il DNA della cellula e indebolendo il follicolo e portandolo alla sua diminuzione e all’incapacità di far nascere un capello sano, che viene invece sostituito da uno sempre più sottile e debole, fino a raggiungere la completa atrofizzazione.
I capelli alla vista risultano in quantità inferiore, in realtà quello che cambia è la qualità del capello in quanto più sottili e meno pigmentati.
Il capello in questa fase è detto capello vellus e l’organismo è come se si  trovasse di fronte ad un corpo estraneo, mettendo in atto una reazione autoimmunitaria per cercare di eliminarlo; per questo motivo si presentano  prurito, rossore, infiammazioni, situazioni spesso associate alla caduta di capelli.
Intervenendo per tempo con una terapia adeguata è possibile rallentare, fermare o addirittura invertire questo processo, recuperando vari “stadi” di miniaturizzazione.

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